Viaggio ai Monti Sacri – 21 Aprile ’23

ASSOCIAZIONE GIOSUE CARDUCCI
Viale Cavallotti, 7 – COMO – Tel. 031.267365
Info: asscarducci@libero.it – www.associazionecarducci.it

VENERDI’ 21 APRILE 2023 UN FENOMENO PREALPINO:

LA CULTURA ARTISTICA DEI SACRI MONTI
Partenza da Como piazzale Borgonovo ex Corridoni alle ore 7,15 per Varallo Sesia

Visita al Sacro Monte di Varallo con la guida del prof. Bruno Fasola.

Il Sacro Monte di Varallo m. 608 sorge su uno sperone roccioso, alle pendici del monte Tre Croci. Grandioso complesso-santuario costituito da una basilica e da 45 cappelle completamente affrescate,
popolate da più di 800 statue a grandezza naturale, che narrano la storia di Gesù. È articolato in due parti: una, sul declivio, è organizzata come un giardino, ospita le cappelle, che ricordano i fatti della vita di Cristo,dall’Annunciazione all’Entrata in Gerusalemme (cappelle 2-19); l’altra, sul pianoro, che ripropone la città di Gerusalemme (cappelle 20-43), è strutturata attorno alla piazza del Tempio e alla piazza dei Tribunali, sulle quali prospettano alcuni palazzi. Fondato tra il 1486 e il 1491, è il più antico dei Sacri Monti. Tornato dalla Terra Santa, padre Bernardino Caimi (di cui si conserva uno splendido manoscritto presso la Biblioteca Comunale di Como, su pergamena)pensò di riproporre a Varallo i luoghi sacri. Le cappelle di questo primo periodo non si succedevano secondo un percorso cronologico, ma topologico (complessi di Nazaret e di Betlem). Determinante fu l’apporto artistico di Gaudenzio Ferrari, che vi lavorò (come pittore, scultore e architetto) dal 1507 al 1528 circa. L’attuale configurazione del Sacro Monte è però da assegnare soprattutto a Galeazzo Alessi (1565-1569), cui si deve la suddivisione del Monte in due parti (una appunto a giardino e l’altra a città), la successione cronologica degli eventi, il tracciato vario, l’ubicazione delle cappelle e il loro contenuto. Decisiva fu poi l’opera del vescovo di Novara Carlo Bascapè, discepolo di S. Carlo Borromeo. A metà del sec. XVII il Sacro Monte è compiuto anche se si continuò a operare nell’allestimento delle cappelle e nella basilica, terminata con le porte bronzee nel 1896. Oltre la porta maggiore d’ingresso vi sono le statue di Bernardino Caimi e di Gaudenzio Ferrari (1866). La cappella n° 1 di Adamo ed Eva, è eretta su disegno dell’Alessi (1565). Nel complesso di Nazaret (n° 2) vi sono statue del Ferrari, di G. D’Enrico e affreschi di G.C. Luini. Nel complesso di Betlem (n° 3) le statue sono del Ferrari. Nella cappella n° 9 (3) la Madonna col bambino è del Ferrari, gli affreschi del Luini. Di particolare drammaticità è la cappella della Strage degli Innocenti (n° 5), eretta nel 1586 dai fratelli D’Enrico con il finanziamento del duca Carlo Emanuele I di Savoia, la cui moglie Caterina sarebbe raffigurata dal Fiammenghino nella dama in abiti cinquecenteschi sulla parete affrescata dall’Alfano (1599-1600). Elegante è la cappella 13 (7) del sec. XV, ricca di animali curiosi, affrescata dall’Alfano (1599-1600). Scenografica è la cappella 18 (12) sul punto più alto del monte, a pianta circolare, progettata da G. D’Enrico. Attraverso la porta aurea (1720)si entra nella città di Gerusalemme. La cappella dell’Ultima Cena (14), con statue fra le più antiche del Monte (manichini lignei rivestiti di tele gessate e dipinte), mostra una tavola straordinariamente imbandita (è interessante per la cultura gastronomica e per le suppellettili). Gli affreschi sono settecenteschi. Il complesso delle architetture della piazza dei Tribunali venne realizzato su progetti di Giovanni D’Enrico e Bartolomeo Ravelli (1614). Le cappelle 25 e 26 (16) hanno statue di G.D’Enrico. Nella cappella 27 (15) e 28 (17) hanno collaborato sempre i fratelli D’Enrico: Giovanni modella le statue, Melchiorre le dipinge e Tanzio (il celebre Tanzio da Varallo) esegue gli affreschi. Si entra nel palazzo di Pilato, cerniera urbanistica tra piazza del Tempio e piazza dei Tribunali, con elegante e arioso loggiato, costruito su progetto di G. D’Enrico: la scalinata fu realizzata sui disegni della Scala Santa di S. Giovanni in Laterano, portati espressamente da Roma. L’impostazione architettonica della cappella 33 (15)è Dell’Enrico, che modellò anche le statue, gli scenografici affreschi sono del Morazzone (1609-1616). Le cappelle 34 e 35 (15) hanno statue di G. D’Enrico e affreschi di Tanzio e del Morazzone; la cappella 36 (18) ha statue del fiammingo Tabacchetti e affreschi del Morazzone (1602-1616). Il complesso del Monte Calvario si incentra sulla cappella 38 (19) espressione massima dell’arte di Gaudenzio Ferrari, che realizzò le statue e gli affreschi (1520-1528) e sulla cappella 39 (19) con statue di G. D’Enrico e di G. Ferro (eccezionale la figura del vecchio in abiti seicenteschi valsesiani). Alla cappella di Gesù nel Sepolcro (21) con statua lignea del Cristo Morto attribuita al Ferrari, è annesso un oratorio con affreschi e tele di Tarquinio Grassi. In una nicchia del portico è la statua di Bernardino Caimi che regge il Sacro Monte, opera di G. D’Enrico (1638). Al centro del complesso è la piazza del Tempio, con la quattrocentesca fontana del Cristo Risorto, dominata dalla bianca facciata marmorea della basilica dell’Assunta, iniziata nel 1614. All’interno, sopra l’altare maggiore è allestita una grandiosa rappresentazione del Paradiso, formata da 140 statue in terracotta policroma dei fratelli Bussola e del Volpino, 1678. La statua della Madonna Dormiente, manichino in legno terminato solo nello splendido volto e nelle mani, attribuita a Gaudenzio Ferrari, è una delle più antiche sculture del Sacro Monte. Il vestito in oro e argento è del sec. XVII.

AL TERMINE PARTENZA per Orta San Giulio e ivi pranzo.

Nel primo pomeriggio imbarco per l’isola di San Giulio. Abitata anticamente, si dice nel 390 d.C. dallo stesso Giulio, dove il santo fu sepolto con il senatore milanese Audenzio, nel V secolo il vescovo Onorato vi fece costruire un castello di cui si impadronirono i Longobardi e in seguito Berengario II fu assediato dall’imperatore germanico Ottone I. L’edificio più suggestivo è costituito dalla basilica di San Giulio, un monumento tra i più insigni della cultura romanica del novarese. Ingrandita a più riprese tra la fine del sec. V e la fine dell’VIII, ricostruita nella seconda metà del sec. IX, fu restaurata nell’XI e XII con l’aggiunta del tiburio. La facciata è affiancata da due torricelle a bifora (sec. XII); la precede un grosso pronao. L’interno a tre navate divise da pilastri affrescati con figure di santi (sec. XIV-XVI) con transetto sopraelevato e matronei (sec. XI). Al 4° pilastro è addossato il magnifico ambone in marmo nero di Oira, di forma rettangolare, capolavoro della scultura romanica, datato tra il 1110 e il 1120 è attribuito a un artista lombardo che conosceva l’ambiente culturale del Reno.

 

Ritorno a Orta e visita al Sacro Monte posto in situazione ambientale magnifica, occupa un promontorio rivestito di un bosco di pini e faggi con piante secolari. È tra i più noti santuari piemontesi. Ideato da padre Cleto da Castelletto Ticino si snoda in 36 cappelle affrescate e dotate di statue che raccontano la vita di S. Francesco d’Assisi. I lavori iniziarono nel 1591 e finirono nel 1760 con la realizzazione di 20 cappelle (la 21° rimase incompiuta nel 1795) decorate da 376 statue in cotto dipinto in stile barocco, dovute ai lombardi Cristoforo Prestinari, Dionigi Bussola, Carlo Beretta. Gli affreschi sono prevalentemente opera dei Fiammenghini (i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro Della Rovere), di Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, di Stefano Maria Legnani e del Morazzone. Pregevoli le cancellate in ferro battuto.

  • Cappella 1 Nascita e fanciullezza di S. Francesco (1592-1606) (Giulio Cesare Procaccini, statue di Cristoforo Prestinari, pitture di Bernardo Monti).
  • Cappella 2 della Vocazione di S. Francesco (1608) (statue del Prestinari, affreschi dei Fiammenghini).
  • Cappella 3 della Rinuncia di Francesco ai beni materiali (1596-1599) (statue di Prestinari, affreschi dei Fiammenghini).
  • Cappella 4 dell’Ispirazione di Francesco alla vita evangelica (1612) (statue di Prestinari e affreschi dei Fiammenghini).
  • Cappella 5 della Visitazione dei primi seguaci (1610- 1615) (affreschi nella volta di G.B. Della Rovere, statue di Prestinari e cancellata milanese del 1611).
  • Cappella 6 porticata su 3 lati, della Missione dei frati (1615), (statue di Prestinari e del Bussola, pitture di G.B. Della Rovere).
  • Cappella 7, dell’Approvazione della regola 1619-1622), (gruppo di 20 statue del Bussola e di Melchiorre Righi, affreschi di Antonio Maria Crespi).
  • Cappella 8 della Visione del carro di fuoco (1624-1637) (affreschi del valsesiano Martinolio, statue del Righi e di G. Fermi).
  • Cappella 9 della Vestizione di S. Chiara (1630) (bellissime statue del Prestinari, del Bussola, del Righi, affreschi di Carlo Francesco Nuvolone).
  • Cappella 10, ottagonale, della Vittoria del santo sulla tentazione (1650) (statue del Bussola, affreschi del Nuvolone, cancellata milanese del 1653).
  • Cappella 11 dell’Indulgenza della Porziuncola (1607-1612), architettonicamente la più monumentale con statue esterne sul tetto e nei portici, tutte del Prestinari, affreschi sulla volta del Morazzone.
  • Cappella 12 dell’Approvazione della regola (1598) (statue del Prestinari, affreschi di G.B. Cantalupi del 1772).
  • Cappella 13 di Francesco ignudo per le vie di Assisi (1670) affollata di statue d’effetto di G. Rusnati e B. Falconi, affreschi interni di F. Bianchi).
  • Cappella 14 di Francesco davanti al Sultano d’Egitto (1757) (statue di Carlo Beretta, affreschi di Federico Ferrari).
  • Cappella 15, cilindrica, di Francesco che riceve le stimmate (1591-1597) (statue del Prestinari, pitture di Riccardo Donnino).
  • Cappella 16 del Ritorno di Francesco dalla Verna (1640) (sculture del Bussola, affreschi del Legnanino).
  • Cappella 17 dell’Agonia e della morte del santo (1650-1690) realistiche e drammatiche statue del Bussola, affreschi di Carlo Francesco Nuvolone.
  • Cappella 18 della Venerazione del santo sepolcro di S. Francesco (1591-1624) (statue del Bussola, pitture del Monti).
  • Cappella 19 dei Fedeli sul sepolcro miracoloso del santo (1591-1760) statue di G. Rusnati, affreschi di Antonio Busca del 1676.
  • Cappella 20, sontuosamente barocca, della Canonizzazione di Francesco (1591-1670) vivaci e realistiche statue del Bussola, pitture del Busca, candelieri del Franzosi, 1682. Bellissima la vista sul lago e sui monti circostanti.

Al termine rientro a Como.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 120,00

Project details
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